Scia in sanatoria ex art. 37 “riqualificata” in sanatoria ordinaria ex art. 36. Quali conseguenze?

Palermo - Foto di Emilia Machì

Nella vicenda in commento, oggetto della sentenza n. 695 del 2023 emessa dal Tar Palermo, un soggetto ha realizzato:

  1. un ampliamento, mediante chiusura del pergolato;
  2. un cambio di destinazione d’uso (da rivendita di polli a ristorante);
  3. occupazione del suolo demaniale.

Dopo l’accertamento da parte del Comune, il responsabile ha presentato una istanza di sanatoria ex art. 37 del D.P.R. n. 380/2001.

Opere assoggettate a permesso di costruire e non a s.c.i.a.

Secondo il Tar Palermo, gli interventi di cui si discute sono assoggettati a permesso di costruire previa, per altro, acquisizione del nulla osta dell’autorità preposta alla tutela del vincolo che insiste sull’area (paesaggistico) e della Capitaneria di porto ai sensi dell’art. 55 del codice della navigazione.

Riqualificazione dell’art. 37 in art. 36 – conseguenze

La giurisprudenza amministrativa ha chiarito che in caso di intervento edilizio realizzato all’esito (o in mancanza) di presentazione di S.C.I.A., per il quale era tuttavia precluso il ricorso a detto titolo abilitativo, esigendosi di contro il rilascio di permesso di costruire, non trova applicazione il termine decadenziale per l’esercizio del potere inibitorio previsto dall’art. 19 della l. n. 241 del 1990, in quanto tale termine opera solamente nelle ipotesi in cui gli interventi realizzati o realizzandi rientrino fra quelli eseguibili mediante S.C.I.A.

Per gli interventi soggetti a permesso di costruire, invece, deve applicarsi il comma 2-bis dell’art. 21 della medesima legge a mente del quale “restano ferme le attribuzioni di vigilanza, prevenzione e controllo su attività soggette ad atti di assenso da parte di pubbliche amministrazioni previste da leggi vigenti, anche se è stato dato inizio all’attività ai sensi degli articoli 19 e 20” (cfr. T.A.R. Lazio, Roma , sez. II, 21 febbraio 2022 , n. 2025).

Conseguenze della riqualificazione

Secondo il Tar Palermo, in sostanza, la scia in sanatoria ex art. 37 presentata dal responsabile non può che essere considerata alla stregua di una domanda di accertamento di conformità ex art. 36 del D.P.R. n. 380/2001 sulla quale, decorso il termine di sessanta giorni previsto dal terzo comma della norma richiamata, si è formato il silenzio diniego (o silenzio rigetto), che avrebbe dovuto essere impugnato.

Avv. Antonino Cannizzo


Antonio Cannizzo

Di Antonio Cannizzo

Nasce a Palermo nel 1987 e dopo la maturità Classica si laurea nel 2014 presso l’università degli studi di Palermo, presentando una tesi dal titolo “Le misure precautelari minorili”. Abilitato all’esercizio della professione di Avvocato è regolarmente iscritto all’Albo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Termini Imerese ed è Titolare di uno Studio Legale in Bagheria. Nel 2020, insieme all'Avv. Fiasconaro, fonda il blog "Urbanistica in Sicilia". Nel 2021 consegue un master di 1° livello in diritto processuale amministrativo discutendo una tesi dal titolo "Danno da affidamento procedimentale e i profili di giurisdizione".